Può il teatro insegnarci a non aver paura di sbagliare? | Diario di una maestra

E’ la prima lezione di teatro per un nuovo gruppo di bimbi.
Hanno tutti facce sorridenti e si guardano tra di loro. L’entusiasmo per qualcosa di nuovo che sta per cominciare è nell’aria. Sembrano stare tutti bene e divertirsi.
Ma ad un certo punto, mentre stiamo tutti seduti nel “cerchio magico” – il cerchio in cui si dà spazio alla fantasia – una bambina teneramente mi interrompe e con una vocina sottile e lo sguardo basso mi chiede: “Che succede se non sappiamo fare qualcosa?”. La frase mi coglie di sorpresa, ma ho la prontezza di rispondere: “A teatro non saper fare qualcosa non è un problema. Basta provarci. Provarci e avere pazienza. Prima o poi si impara, sempre. E se proprio una cosa non ci riesce come ci aspettiamo, vorrà dire che la faremo a modo nostro. Per esempio, se io non sono molto intonata e mi metto a cantare, magari non sarò la migliore cantante del mondo, ma potrei essere divertente”.
E comincio a cantare in modo particolarmente sgraziato.
I bambini ridono e stanno al gioco.
“Che dite? Sono in grado di interpretare una cantante un po’ stonata?”.
“Si!!!! Quella lì era Miss Stonatina”.
Guardo la bambina timorosa e vedo che ha finalmente riaperto il suo sorriso sdentato.

Il teatro serve anche a questo. A ridare valore e dignità all’errore per restituire ai bambini (e non solo ai bambini) il diritto di sbagliare, di non essere necessariamente i migliori e cercare al contrario nell’imperfezione l’ironia, la leggerezza, l’inventiva; in una sola parola: essere umani!


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