Il 21 e il 22 febbraio abbiamo realizzato il pilot italiano di Master the Act, progetto sostenuto da Erasmus+ che ha l’obiettivo di creare una nuova figura professionale, il Creative Mentor for Employability, in grado di aiutare persone in cerca di lavoro e disoccupati nella loro crescita professionale, attraverso l’utilizzo di una nuova metodologia che combina tecniche teatrali con strumenti di coaching e sviluppo personale (clicca qui per saperne di più). Le attività si sono svolte presso Porta Futuro Bari, un job centre di nuova generazione per l’accoglienza, la formazione e l’orientamento al lavoro, promosso dal Comune di Bari.

Le due giornate si sono concentrate su una serie di attività pratiche, per un totale di sei ore di formazione, utili a condividere e diffondere gli strumenti e le strategie della metodologia MACT, sviluppata con il progetto Master the Act. I partecipanti hanno sperimentato l’utilizzo delle tecniche teatrali e di auto-narrazione, in particolare quelle adatte ai contesti di gruppo, e hanno testato quanto queste possano favorire l’auto-riflessione e, di conseguenza, una maggiore consapevolezza di sé proprio grazie all’interazione con altre persone.

Valentina, che ha supportato l’organizzazione del pilot italiano presso Porta Futuro Bari, dove opera come orientatrice e addetta ai servizi per il lavoro per conto di Unisco, è stata tra i partecipanti del pilot, ma già in precedenza aveva potuto avvicinarsi alla metodologia MACT, prendendo parte alla training week tenutasi a Matera a ottobre 2022. Abbiamo chiesto a Valentina di raccontarci la doppia esperienza formativa vissuta.

Ciao Valentina, puoi parlarci della tua esperienza con Master the Act, dalla training week di Matera al pilot di Bari?

Ho avuto modo di partecipare sia all’esperienza con taglio europeo della training week di Matera, dove ho potuto conoscere non solo tutti i partner e i partecipanti dai vari Paesi europei, ma anche la maggior parte degli esercizi previsti dalla metodologia completa, sia al pilot di Bari, dove la metodologia è stata replicata in forma ridotta, poiché le ore a disposizione erano inferiori. La differenza tra le due attività formative è stata che se nella prima ho lavorato con persone che non conoscevo, nella seconda mi sono trovata a riprodurre gli stessi esercizi già svolti nella training week con un gruppo di lavoro composto da miei colleghi. Sono state due esperienze davvero formative per me, che mi hanno permesso di mettermi in gioco nel mondo del teatro e anche di scardinare un po’ di mie rigidità personali legate all’ambito professionale, che prima non avevo mai messo in discussione.

Quali persone e tipologie di professionisti sono stati coinvolti nelle due giornate di formazione organizzate a Bari per testare e diffondere la metodologia MACT?

Abbiamo coinvolto i professionisti di Porta Futuro Bari Front, che è un servizio pubblico offerto dal Comune di Bari, gestito da società appaltatrici esterne, che si occupano di profilazione dei cittadini, compilazioni dei curricula e ricerca attiva del lavoro. Supportiamo e aiutiamo a entrare nel mercato lavorativo i cittadini in cerca di lavoro, coloro che sono in fase di prima occupazione, che stanno cercando di cambiare lavoro o che vogliono formarsi ulteriormente. Lo facciamo attraverso attività di front-office e orientamento gratuito, oltre a eventuali collegamenti con aziende accreditate. C’è poi l’area di orientamento specialistica di secondo livello, che invece si rivolge a persone che hanno una specifica esigenza di bilancio delle competenze.

Quali attività pratiche previste dalla metodologia hanno maggiormente interessato e stimolato i partecipanti al pilot italiano?

Tutti i partecipanti sono stati molto colpiti dalle tecniche teatrali. Ad esempio, quando c’è stato l’esercizio della “zattera”, in cui la formatrice Alessandra ci ha proposto di camminare e vagare per la stanza quasi come fosse una zattera da riequilibrare, si è sentito davvero molto il gruppo. Ma è stato molto potente anche l’esercizio finale della strategia Disney, in cui una collega ha raccontato il suo sogno e noi abbiamo immaginato di essere un gruppo che l’avrebbe aiutata a programmare ed eventualmente a realizzare il suo sogno nel futuro.

Hai notato criticità nell’applicazione della strategia e dei metodi che hai acquisito durante la training week a Matera?

Non ho riscontrato criticità di rilievo, se non quelle riconducibili alla varietà delle persone coinvolte e alle differenze individuali, che hanno causato alcuni normali momenti di attrito. Inoltre la dimensione del gruppo ha comportato una perdita di contatto con i formatori, poiché si dovevano dividere tra tutti noi.

Ritieni che la dimensione di gruppo possa essere un’alternativa ai tradizionali percorsi di orientamento one-to-one per lo sviluppo delle soft skills di chi cerca lavoro?

Credo che questa formazione possa davvero contribuire in modo determinante a migliorare i tradizionali percorsi di orientamento. Proporre questa diversa metodologia è davvero un’innovazione, una ventata di aria fresca nel campo dello sviluppo delle soft skills e soprattutto della consapevolezza. Penso infatti che questa metodologia permetta di aiutare le persone che si rivolgono ai servizi di consulenza di orientamento non solo a sviluppare ulteriormente le proprie soft skills, ma soprattutto a reinventarsi alla luce di una nuova consapevolezza. Spesso anche noi consulenti, che pensiamo di essere già profilati e siamo convinti della nostra formazione, ne abbiamo effettivamente bisogno. Quindi, è come se il bilancio di competenze fatto in diversi momenti della vita possa portare a delle consapevolezze diverse.

Quali tecniche pensi che andrebbero approfondite in caso di ulteriori incontri di orientamento per chi vuole diventare un Creative Mentor for Employability?

Tra le tecniche che mi piacerebbe approfondire c’è sicuramente quella della strategia Disney, che permette di pensare a uno sviluppo futuro del proprio sogno, ma sarebbe interessante anche imparare qualche altra tecnica legata al teatro, che possa essere più introspettiva per l’utente, per permettergli di comprendere ancora meglio quali sono i propri punti di forza e di debolezza.