Vizio di Format – Domenica 4 giugno, Potenza

“VIZIO DI FORMAT. Visioni dispotiche sulla tv” è il lavoro teatrale che Domenica 4 Giugno gli allievi adulti del corso di Potenza porteranno in scena al teatro “F. Stabile”.

Il testo, scritto da Raffaele Graziano Flore dopo un lavoro di ricerca condotto insieme alle insegnanti della Scuola, è una disanima grottesca e distopica sulla tv e in generale sul processo disumanizzazione della società.

I mass media, i social network e i palinsesti televisivi contribuiscono infatti non poco a svuotare qualsiasi tema, argomento e notizia di ogni contenuto culturale, spirituale, morale, fino a scalfire – e spesso anche a cancellare – l’essenza stessa dell’uomo ovvero la sua dignità. La brutalità e la volgarità di certa tv, vengono così guardate attraverso una lente se possibile ancora più distorta dell’odierno immaginario televisivo e nel quale la realtà supera ogni immaginazione e il fuori copione finisce per diventare il programma stesso. Un mostro, quello della tv, che tritura, maciulla e infine sputa nel tubo catodico format che iniziano tutti, inevitabilmente, con un “Share una volta…”.
Tre le visioni distopiche – e anche un po’ dispotiche – in cui gli autori dei programmi sono chiamati ad obbedire ad una sola legge, quella dell’audience: un talent dei politici, un talk show sulla pena di morte con tanto di esecuzione capitale in diretta, un reality che ha come set la vita reale e che quindi inevitabilmente sconfina anche nella vita degli altri.

A portare in scena questo apocalittico futuro prossimo Giulia Abiusi, Maria Carmela Bruno, Gianmichele Genovese, Maria Serena Laguardia, Giuseppe Loisi, Giovanna Raimondi e Flavio Travaglini insieme a Americo Palermo, Ramona Rufino e a una delle insegnanti della Scuola, Donatella Corbo, che insieme a Alessandra Maltempo – regista dello spettacolo – ha condotto il laboratorio. Un gruppo di allievi-attori, quello ironicamente detto dei troll, composto da persone molto diverse fra di loro, ciascuna delle quali ha tracciato all’interno del corso teatrale non solo il suo personale percorso di ricerca, ma anche quello del gruppo nel suo insieme.

Questo anche il motivo per cui diventa difficile raccontare in poche parole i 9 mesi di lavoro che precedono l’aprirsi del sipario: ogni pezzo di storia si intreccia ad altri pezzi di storia, avendo il teatro in sé la potenza di far sì che persone spesso così distanti tra loro si possano trovare e riconoscere grazie a ciò che realmente sono.
E così, mentre all’inizio sembra che ognuno sia lì con una motivazione diversa, strada facendo ci scopre che ciò che spinge tutti, indistintamente, a tornare è la voglia a tratti disperata e a tratti gioiosa di non lasciarsi seppellire dall’adulto che incombe su di sé. E ogni incontro finisce a volte col sorriso, altre con un pensiero malinconico, altre ancora con una riflessione o con un’emozione fortissima che ci si porta a casa come un souvenir. A volte si preferisce tenerlo dentro di sé, altre si ha il bisogno di condividerlo con gli altri compagni, un po’ per senso ormai di appartenenza, un po’ per lasciarne traccia, in qualche modo…

Come quando Giuseppe, dopo una prova faticosa scrive sulla chat di gruppo: “È diversa dalla stanchezza della routine o da quella data dalle preoccupazioni. È simile alla stanchezza che provavo da ragazzino,quando ero capace di passare intere giornate in mezzo alla strada, a correre dietro ad un pallone o a scorrazzare con la bicicletta”. D’altronde “L’attore è un eterno bambino” diceva il buon Peter Brook. Ed è a quel bambino che il nostro modo di fare teatro guarda e ascolta, per aiutarlo a uscire dal guscio e incoraggiarlo a piangere e a ridere senza ritegno dei suoi desideri e delle sue paure.
“Prima del recitare c’è l’essere; recito perché sono”, scrive loro l’insegnante Alessandra dopo una lezione particolarmente intensa sul piano emotivo. “Ed ‘esserci’ è ‘stare’. Stare qui e ora. Stare qui e ora con l’altro’. Recitare è un atto di volontà e consapevolezza. Nient’altro”.

Il 4 Giugno, quindi, si porterà in scena anche questa storia intima e segreta, invisibile agli occhi dello spettacolo (per parafrasare Saint-Exupéry). Questa storia sta racchiusa nella valigia che proprio come un viaggiatore ognuno di questi allievi alla ricerca del fanciullo perduto, porterà sul palco con sé.


CHI È DI SCENA? – TUTTI GLI APPUNTAMENTI

Venerdì 2 Giugno, ore 21.00
SOS GUARDIANI
Teatro F. Stabile, Potenza

Domenica 4 Giugno, ore 21.00
VIZIO DI FORMAT. Visioni dispotiche sulla TV
Teatro F. Stabile, Potenza

Martedì 13 Giugno, ore 21.00
MISTERO AL MUSEO
Teatro Pasolini, Lagopesole

Giovedì 15 Giugno, ore 21.00
MAYDAY! MAYDAY! MAYDAY!
Teatro Ruggiero II, Melfi

Domenica 18 Giugno, ore 21.00
A SCUOLA DI ME
Teatro Ruggiero II, Melfi

Mercoledì 21 Giugno, ore 21.00
GREENROCK
Teatro Ruggiero II, Melfi