Fare un corso di inglese con modalità non formali, ovvero scardinando quelle che sono le regole base della didattica scolastica italiana, si sa, può creare una certa dose di curiosità ma anche di scetticismo. Molte sono le mamme che mi chiedono quale sia la motivazione alla base della buona riuscita del progetto, ed una tra le risposte cardine è quella che chiama in causa l’apprendimento cooperativo (Cooperative Learning). Apprendere in gruppo porta non solo i piccoli discenti a sentirsi maggiormente coinvolti nel processo di apprendimento, ma consente anche di centrare l’insegnamento proprio sullo studente che interagisce con gli altri studenti. Questo è un processo dinamico che coinvolge non solo la mente ma anche il corpo e quelle che sono le principali abilità sociali che caratterizzano i rapporti umani, in età infantile imprescindibili ai fini dell’apprendimento. Il vantaggio è che si assicura una partecipazione attiva: tutti sono protetti ed esposti nel piccolo gruppo, non c’è nessun giudice, e nemmeno una valutazione finale, tutti sono invitati a sperimentare e lanciarsi con parole e suoni poco familiari perché è tra di loro che lo fanno e rientra nel gioco. L’assenza di elementi che richiamano la scuola serve ancor di più a farli immedesimare […]