Due verbi imperativi per riflettere sulla relazione adulto-bambino Dopo oltre 20 anni di scuola di teatro, noi insegnanti continuiamo a interrogarci su cosa esattamente fa sì che i bambini si innamorino follemente del teatro al punto da non riuscire più a farne a meno. Le risposte hanno sempre riguardato ciò che accade nella sfera intima dei nostri piccoli allievi (la libertà di esprimersi, di sperimentare emozioni, di fantasticare per elaborare bisogni, sogni, paure) e in quella sociale (condividere e stringere relazioni con altri bambini in un clima sereno, gioioso e non competitivo). Eppure, prima di diventare mamma, non mi ero mai soffermata su un altro aspetto importante, ovvero sulla particolare relazione che lega allievo e maestro di teatro, ovvero una relazione fra bambino e adulto del tutto positiva e speciale. La riflessione è nata un giorno di qualche mese fa, in una mattina in cui mio figlio non era andato a scuola per via di un raffreddore. In quell’occasione notai con quale incredibile frequenza mio figlio pronunciasse la parola “Guarda!”. A un certo punto, forse perché con fatica cercavo di trovare un po’ di concentrazione per lavorare, quella parolina era diventata una sorta di intercalare martellante. Ma subito dopo mi resi conto che non solo quel giorno, ma […]