Fare teatro da grandi | Diario di una maestra

Il teatro è incontro ma anche scontro.

Un incontro con l’Io e un incontro con il Tu.
Uno scontro ovattato dove il limite tra l’Io e il Tu diventa sempre più liquido.

Ci si incontra e scontra con il nostro Io ingombrante, con le definizioni, con le abitudini mentali e con le convinzioni che si sono stratificate in noi e si finisce sempre con il rimanere muso a muso con il nostro avversario più temuto: noi stessi.
Ed è lì, quando si rimane smascherati, fragili e privi di difese che siamo pronti a donarci all’altro e a essere teneri con noi stessi.
Il laboratorio di teatro può diventare cassa di risonanza per il nostro sentire, per i nostri bisogni e le nostre paure. Questa alchimia strana tra l’Io, il Tu e il Noi è la scorciatoia che ci riporta a centrarci e a lasciarci andare nel flusso del presente.

Durante l’ultima lezione del Corso di Teatro per adulti abbiamo chiesto loro di scrivere una lettera al proprio Io bambino. Una lettera che fosse un momento di ricongiungimento con la parte di sé piccola, meravigliata e che poco sapeva di ciò che sarebbe stato. Un momento per incontrare il bambino che si è stati, abbracciarlo, consolarlo, guardarlo negli occhi e riscoprilo ancora vivo in noi. Un momento per sussurrargli tutto quello che abbiamo imparato e sperimentato e per riguardarsi con quella distanza che ci libera da ogni giudizio.
Semplicemente un momento per osservarsi e condividere con i compagni ciò che si è visto guardando indietro.

È stata una lezione di grande sospensione dove i nostri Troll (questo il nome del corso di teatro per adulti di Potenza) si sono ritrovati occhi negli occhi, orecchie e orecchie, cuore a cuore.

Quanto bisogno abbiamo di conservare l’immagine di quel bambino, quanto bisogno abbiamo di tendergli mano.
Fare teatro da grandi è anche questo. Rincontrarsi e riconciliarsi.