Ridere è una cosa seria | Diario di una maestra

Ridere giova al nostro spirito e al nostro corpo.

È una attività che offre piacere, stimola le endorfine e sblocca i sistemi neurovegetativi, dilata i vasi sanguigni e abbassa la pressione, abbassa il livello degli ormoni dello stress e aumenta gli anticorpi, rafforza le relazioni sociali e aiuta a costruirne di nuove, combatte paure e tensioni: in poche parole la risata fa scintillare la vita che è in noi.

Che ridere sia importante è una cosa risaputa. Nel 1998 è stata addirittura istituita la Giornata Mondiale della risata che da allora ricorre ogni anno il giorno 4 maggio, una giornata per ricordarci di quanto sia importante dedicarci a questa attività e di quanto ce ne dimentichiamo.

Ma nonostante ciò ancora riecheggia il detto “il riso abbonda sulla bocca degli stolti” e quindi è opportuno essere seri! Il buon umore e la serietà non sempre vanno di pari passo. E così ci ritroviamo ad essere adulti spesso imbronciati, ma seri! Pare che passiamo dalle 300 risate al giorno quando siamo bambini alle 20 una volta adulti.

Anche la scuola e i sistemi educativi non sempre vedono di buon occhio questa fragorosa attività. La risata disturba le lezioni, deconcentra, non rende serio il lavoro. Lo psicologo dell’educazione A. Cropley sostiene che nella nostra cultura gioco e lavoro, risata e seriosità, siano nettamente separati portando il bambino che cresce a pensare che il libero uso dell’immaginazione limiti la logica e il buon senso, e che l’umorismo e le ironiche risate non appartengano alla parte seria dell’educazione.

Ma perché continuare a sciupare una capacità così eccezionale come quella del ridere, capacità quasi esclusivamente umana, e pensare invece di tirar fuori la sua potenzialità educativa!? Ridere è uno strumento utilissimo per crescere in armonia con sé stessi e con gli altri.

E quali sono i tasti che non bisogna smettere di pigiare per far sì che la spontaneità della risata non venga dimenticata nel cassetto durante il nostro sviluppo ma che, al contrario, diventi uno strumento fondamentale per la crescita?!

Ecco un piccolo condensato di buone abitudini che, secondo me, sono utili per non dimenticare come si ride e di cui i percorsi educativi dovrebbero tener premura:

  1. alimentare l’empatia e la simpatia ma, facendo un passo indietro al punto zero, educando prima al riconoscimento delle emozioni proprie e altrui;
  2. stimolare la socialità e il lavoro di gruppo, in una parola porre al centro dello sviluppo del bambino la condivisione;
  3. coltivare l’autoironia, imparare a ridere di sé stessi;
  4. stimolare la costante ricerca delle buone occasioni per ridere con gli altri, che siano amici o sconosciuti, facendo attenzione che sia sempre un ridere con agli altri e mai degli altri;
  5. ricordare che ogni momento è quello buono per ridere, da solo o in compagnia.

Allora sì, la faccenda del ridere mi fa pensare ancora una volta all’impianto educativo implicito nel teatro e a quanto il laboratorio teatrale sia importante per l’educazione e lo sviluppo della persona.

Il comico, l’immaginazione, la relazione, l’altro con cui ridere, l’altro che vogliamo far ridere, il proprio sé come prima fonte di risata: questi sono alcuni degli ingredienti principali dell’attività che viene svolta con i bambini più piccoli. Ed è sempre importante ricordare loro che il teatro è cosa seria solo se mentre lo si fa ci si diverte, che non possiamo divertire gli altri se non siamo noi per primi a trovare divertimento in ciò che facciamo. Appassionarsi, centrarsi, essere qui ed ora, immersi in uno sguardo leggero, ma sempre attento, con cui guardare chi siamo e cosa ci circonda.

Mi piace pensare al teatro come l’arte di trasformare la realtà in qualcosa che non spaventa e in cui potersi orientare con grande ironia e non per questo senza profondità.
E una delle strade attraverso le quali raggiungere il giusto senso di apertura, condivisione e consapevolezza è proprio quella del ridere. Ridete sempre insieme ai bambini e cercate di lasciar crescere in loro la capacità di riconoscersi attraverso il sorriso e insegnate loro ad apprezzare le rumorose risate, delle volte anche insensate, di cui oggi sono inconsapevolmente capaci.

Come educatrice teatrale e come adulta, quindi, prescrivo a tutti una risata dopo i pasti per crescere più alti e robusti!