Immaginate di arrivare a casa di un parente dopo un lungo viaggio in macchina. Scendete dalla macchina, vi mettete la giacca per coprirvi e, quando guardate verso destra, notate qualcosa di strano nel giardino. Che ci fanno lì una carota e un berretto?

Oppure, siete seduti ad un tavolino di un bar all’aperto. Dal vostro posto potete osservare cosa accade dentro al locale attraverso la vetrina. Ad un certo punto assistete a questa scena:
Un uomo qualsiasi entra e si avvicina al bancone per chiedere al cameriere un bicchiere d’acqua. Quest’ultimo lo guarda per qualche secondo e poi si abbassa per prendere qualcosa nascosto sotto al bancone: è un arma. La prende in mano e la punta direttamente alla testa dell’uomo che, con la voce spezzata, gli aveva chiesto un po’ d’acqua. Quando vede il cameriere con l’arma puntata contro di lui, fa un respiro profondo, lo ringrazia e se ne va. Cosa è successo?

Ora invece vi presento un uomo che vive da solo. Vive senza la compagnia di nessuno in un luogo altrettanto solitario, dove non riceve quasi mai visite, ma un giorno commette un errore. Senza rendersene conto, si spengono tutte le luci della sua casa, e quando esce fuori, scopre con orrore che sono morte 90 persone. Allora inizia a piangere disperato, perché lui è l’unico colpevole di questa terribile disgrazia. Perché? Cosa è accaduto?

Queste tre storie hanno in comune l’approccio che si deve adottare per poter arrivare alla soluzione del problema e dare quindi una risposta ai quesiti.
Se, prima di andare a sbirciare la soluzione volete provare a risolvere i tre indovinelli, vi voglio aiutare suggerendovi di non adoperare semplicemente la logica.
Non si tratta di giochi di parole per ingannare chi prova a trovare una soluzione. La soluzione è senz’altro coerente con la realtà, ma non necessariamente con la logica con la quale siamo abituati a ragionare.

A volte si possono trovare soluzioni a problemi solo se si è in grado di guardare con un’altra angolazione, se si è capaci di cambiare prospettiva.

Molte delle invenzioni e delle scoperte scientifiche sono state fatte grazie a chi ha saputo trovare soluzioni alternative a problemi apparentemente senza soluzione.
E’ noto il caso dell’invenzione del post-it. Questo particolare foglietto adesivo nasce da un errore. Inizialmente si era alla ricerca di un potente adesivo. L’obiettivo non venne raggiunto ed infatti si produsse un collante debole e che non lasciava traccia. Questo prodotto fu messo da parte fino a quando un certo Fry ebbe un’intuizione e capì come questo collante applicato su della carta potesse risolvere un suo problema: fare in modo che i segnalibri dei libretti dei canti non scivolassero continuamente per terra. (Egli faceva parte di un coro e questa difficoltà lo faceva spesso innervosire).
Questo aneddoto ci fa capire come sia importante non soltanto risolvere un problema cercando la soluzione, poiché spesso abbiamo già una soluzione (un collante debole) per la quale dobbiamo solo cercare il problema adatto (il segnalibro che scivola).

Gli esercizi teatrali servono anche a questo: ad imparare ad osservare, affrontare e risolvere un problema, con un approccio in grado di trovare delle soluzioni che non troveremmo usando semplicemente la logica.

Durante gli esercizi di improvvisazione l’attore impara ad usare il suo bagaglio formativo cercando di risolvere in scena delle situazioni apparentemente impossibili. Impara a far parlare due personaggi che nella logica comune non hanno alcuna relazione (Babbo Natale ed un alieno, ad esempio), mettendoli in un contesto non consueto (magari si incontrano in discoteca), con una situazione assurda (Babbo Natale deve convincere l’alieno che è possibile portare i doni sulla terra in una sola notte).
L’attore si abitua così a ragionare seguendo un processo mentale che non può e non deve essere schiavo della logica, ma che deve comunque restare coerente. Coerente con l’assunto dato, coerente con i personaggi, il luogo e la situazione.

Torniamo quindi ai tre indovinelli; per trovare la soluzione è necessario leggere bene il testo. Non si deve cadere nella trappola di farsi condizionare da cose non dette e che invece diamo per scontato. Proviamo a cercare le soluzioni senza farci limitare dalla logica ponendoci le giuste domande per ogni avvenimento.

Un aiutino: l’uomo che entra nel bar chiede un bicchiere d’acqua. Per farne cosa? A cosa può servire? La risposta più logica sarebbe: “a berlo, perché ha sete!” Ma questo non ci fa capire perché il cameriere punta un arma e l’uomo lo ringrazi.

SOLUZIONI

  1. Il berretto e la carota: si tratta di ciò che resta di un pupazzo di neve
  2. L’uomo del bar: l’uomo che chiedeva l’acqua aveva il singhiozzo. Il barista ha deciso di spaventarlo per farglielo passare.
  3. L’uomo solitario: l’uomo è il guardiano del faro. Quando si sono spente le luci una nave si è schiantata contro le rocce.