Che fine hanno fatto gli attori in bianco e nero? | Diario di un maestro

Mi sembra incredibile, ma mi è capitato spesso ultimamente di parlare con ragazzi che non conoscono e che non hanno mai sentito parlare di quegli attori con i quali io sono cresciuto, ma che oltretutto hanno fatto la storia del teatro e del cinema italiano.

E non parlo solamente dei più piccoli. A volte confrontandomi con ragazzi trentenni, scopro che ignorano certi personaggi che invece davo per scontato che conoscessero.

Non parlo di Petrolini morto nel ’36 o di Gilberto Govi che è uscito definitivamente dalla scena della vita nel 1966. Questi sono senz’altro personaggi che appartengono al passato e che purtroppo sono ormai conosciuti solo da chi nutre un particolare interesse per la storia del teatro o da chi, come me, ne ha memoria perché da bambino aveva ancora avuto occasione di vederli in televisione.

Però mi sorprende che tanti altri personaggi, come Paolo Stoppa, Aldo Fabrizi, Paolo Panelli, Walter Chiari, Renato Rascel, Gassman o De Sica, Franca Valeri o Marisa Merlini (solo per dirne alcuni), siano dimenticati.

Qualcuno mi dice che ne ha sentito parlare, ma che non ha mai visto un loro film, altri ammettono addirittura di non conoscerli assolutamente. Solo Totò sembra ancora resistere, ma probabilmente perché la sua “maschera” è diventata un’icona della commedia italiana.

Eppure il palinsesto della Rai propone ancora molti film che vedono protagonisti questi grandi artisti del passato, film evidentemente trascurati dalle nuove generazioni.

Questi attori, prima di approdare al cinema e alla televisione, diversamente da quanto accade oggi, provenivano esclusivamente dal teatro. Questo rende universale e immortale il linguaggio della loro comicità o drammaticità. Inoltre, sono certo che i temi trattati nei vecchi film sono ancora attualissimi.

Cosa è cambiato allora? Perché di fronte ad un film in bianco e nero non ci si sofferma più e ci si affretta a cambiare canale?

Quello che le nuove generazioni forse non sanno è che ciò che li diverte oggi, non è altro che un prodotto (spesso purtroppo un sottoprodotto) di quanto divertiva le generazioni precedenti.

Gigi Proietti ha attinto a piene mani dal repertorio e dal personaggio di Petrolini e Petrolini a sua volta dalla commedia classica latina e dalla commedia dell’arte. Non c’è nulla di male in questo. Non si inventa nulla di nuovo, lo si racconta solo con nuove parole e talvolta con gli effetti speciali.

Ma sarebbe bello far capire alle nuove generazioni che possono ancora emozionarsi, divertirsi e commuoversi anche con quegli attori che ormai appaiono solo più in pellicole in bianco e nero, spesso sempre più sbiadite.

Chi ha ancora memoria di questi personaggi, li porti ai giovani. Proviamo a vedere un vecchio film in compagnia dei bambini; sarà come raccontare loro una bella storia appartenuta al passato, ma pur sempre attuale. Se ce l’hanno fatta Biancaneve, Cenerentola, Cappuccetto rosso e il Principe Azzurro, credo che qualche possibilità di resistere all’usura del tempo possano averla anche i grandi “attori in bianco e nero”.