Gnomi e pirati a Matera

Esplorazioni di Silenzio è un laboratorio che abbiamo tenuto in occasione del Maggio all’Infanzia, una rassegna teatrale dedicata ai piccoli spettatori. Abbiamo chiesto a Ilaria di raccontare la sua esperienza durante questo workshop. Ilaria Fiore è la nuova tirocinante de L’Albero. Ci accompagnerà per alcuni mesi deliziandoci con i suoi racconti sulle attività della nostra compagnia teatrale. Un occhio interno, attento e curioso, che non si lascerà sfuggire nulla. Stay tuned!

“Osservare è una cosa complicata, complicatissima. Ogni giorno guardiamo, ma mai osserviamo. Eppure basterebbero solamente cinque minuti di osservazione per udire insolite melodie, assaporare nuovi gusti e notare cose che da sempre abbiamo sotto i nostri occhi, ma che non vediamo mai realmente.  L’osservazione consente persino al tatto di sfiorare materia ignota, senza nome e senza forma.

E se aggiungessimo a tutto questo una dimensione alla quale non siamo affatto abituati? Quale? Il Silenzio.

Viviamo in una società rumorosa, caotica, frenetica, nella quale proprio non c’è spazio per Lui, entità troppo ingombrante. Ed invece il Silenzio è il tasto che, se messo nella modalità on, attiva l’osservazione. Sì, perché è il silenzio che ci porta ad annusare l’odore della domenica, a sentire il rotolare di una carta o lo schiocco di un bacio furtivo. È il silenzio che ci porta ad osservare il portamento di un passante o la velocità del suo cammino. È il silenzio che apre le porte del mondo dei dettagli, di solito sempre serrate.  

Questo è stato il motore del laboratorio Esplorazioni di Silenzio organizzato dalla Compagnia Teatrale L’Albero in occasione del Maggio all’Infanzia, una rassegna teatrale dedicata ai più piccoli. Giovedì 17 maggio L’Albero ha proposto a due generazioni, grandi e piccoli insieme, di svolgere un’attività di due ore che consentisse loro di indossare prima le vesti dell’esploratore e poi quelle dello scrittore.

Ore 17.30, appuntamento davanti al Museo Ridola. I bimbi dovevano essere armati di carta e penna, i grandi di un cellulare con WhatsApp. Solitamente questa applicazione ci distrae dalle attività che svolgiamo ogni giorno, ma noi siamo riusciti a trasformarla in un mezzo di comunicazione utile. Così, abbiamo creato un gruppo e lo abbiamo usato solamente per dare indicazioni ai partecipanti: dove andare, cosa fare e in quanto tempo.

Il laboratorio è partito  dal lavoro fatto con gli adulti dal drammaturgo Andrea Ciommiento in occasione di Silent City (progetto della Compagnia Teatrale l’Albero per Matera 2019) e riadattato al target dei bambini.

Ed ecco che le coppie, ciascuna formata da un adulto e un bambino, si sono sparse per il centro storico della città, attirate da diversi luoghi da descrivere sul loro foglio magico. Poi un secondo luogo, questa volta nei Sassi e con un importante requisito: il Silenzio. Presto, quell’assenza di suono è diventata melodia, descritta anch’essa con la penna sempre a portata di mano dei più piccoli. Poi, di corsa, tutti di nuovo in via Ridola per scegliere un passante, osservarlo e, dopo, avvicinarsi a lui per ascoltare la sua storia.

Insomma, una caccia al tesoro il cui bottino finale era la raccolta di idee per scrivere una storia.

Così sono nati i racconti di Anna e Gloria, alcune delle protagoniste di Esplorazioni di Silenzio. Due amiche, stessa età, sette anni, stessa lunghezza di capelli ma dal colore diverso: rossi quelli di Anna e biondi quelli di Gloria. Sono arrivate piene di entusiasmo e allegria e sono andate via, entrambe, con un sorriso a 32 denti, o forse qualcuno in meno per quelli persi qua e là.

La loro attenta osservazione, sommata alla loro grande immaginazione, ha generato Pirati in città e Gli gnomi romani, racconti misti di realtà e fantasia che mostrano Matera con occhi diversi.

Cercate un luogo silenzioso e leggeteli, ne vale davvero la pena. Chissà se riuscirete a scoprire cosa si nasconde dietro i luoghi descritti; chissà se il signor Franco, giornalaio storico di via Ridola e da tutti chiamato Ciccio, scoprirà mai di essere diventato il protagonista di un’avventura piratesca o, ancora, se il turista che quel pomeriggio ammirava i Sassi dal belvedere di piazza Pascoli saprà mai di essersi trasformato nel gigante di Gli gnomi romani. Quello stesso gigante ha confidato alla piccola Gloria un segreto: quella panchina da cui ammirava seduto il panorama era il suo posto preferito di Matera, quello che si porterà a casa come cartolina di questa città.

Buona lettura!  “

 

GLI GNOMI ROMANI
Ero nei sassi e girando ad un angolo vidi un portone, con una scritta strana e delle viti antiche.
In basso notai un buco e andai a spiare.
Con sorpresa scoprii un mondo diverso e vidi due gnomi passeggiare, erano vestiti come gli antichi romani. Tentai di aprire il portone, non ci riuscii, pensai che era bloccato.
Per mia fortuna uno gnomo aprì da dentro e potetti entrare. Sentii gli uccellini cantare ed ebbi un’emozione di felicità. Sentii una voce che mi chiamava, sembrava Anna, ma erano tutti gnomi!
Mi dissero che c’era un gigante che li voleva mangiare arrostiti e solo io potevo aiutarli.
Uscii sulla strada e lo vidi andare da solo, lo seguii fino al terrazzino da dove si vedevano i Sassi e la murgia.
Il gigante si sedette sulla panchina ad aspettare senza fretta. Mi avvicinai e lui notò il mio amuleto magico del mondo degli gnomi. Mi chiese dove lo avessi preso e io risposi che era di mia madre.
Si alzò e andò verso il portone, entrò e chiese agli gnomi il perché la bambina aveva l’amuleto e loro dissero:- lei è nostra amica e ci può proteggere da te.- Lui rimase a bocca aperta, perché anche lui voleva essere loro amico. Nel frattempo io aprii la porta con l’amuleto, entrai e scoprii tutto.
Insegnammo al gigante come cambiare il suo atteggiamento cattivo e sgradevole, per diventare amico degli gnomi. Io gli donai il mio amuleto, lui visse con gli gnomi e io tornai alla mia vecchia vita.
E tutti vissero felici e contenti!
Gloria

PIRATI IN CITTÀ

C’era una città di nome Matera, in questa città viveva una bambina che si chiamava Agata. Lei
aveva i capelli rossicci, due occhi colore marrone chiaro e tante lentiggini sul viso. Agata era una
bambina molto vivace e allegra, ma soprattutto era una sognatrice, sognava di viaggiare con suo
padre verso posti lontani.
Il suo papà Franco aveva un paio di occhiali rossi e dei baffi che Agata chiamava “scarabocchi”.
Era una persona molto intelligente e seria, faceva il giornalaio. Nella sua edicola era circondato
da tante cose belle: libri, giornali, giocattoli. Qualche volta parlava in dialetto materano e ai
bambini che passavano diceva sempre “ce bell uagnedd!”. La sua edicola si trovava al centro di
Matera in via Ridola, via in cui la nostra storia prende vita. Una calda giornata di agosto, Agata
voleva andare a prendere con il suo papà il gelato da Gelida Voglia, la gelateria che a lei piaceva
molto perché c’era un gran gelato finto all’entrata e a lei veniva sempre voglia di mangiarlo. Quel
posto le piaceva anche perché ci entrava e ci usciva proprio tanta gente. Ma quella sera il padre
scomparve. Agata era sorpresa e triste e, mentre tutti lo cercavano, lei andò nei Sassi dove il padre
la portava spesso perché lì lei ed il suo papà passavano tanti bei momenti seduti insieme nel loro
posto silenzioso. Gli piaceva perché si sentivano solo gli uccelli cantare e lei amava molto la
natura. Poi decise di passare davanti all’edicola del papà, mentre era davanti all’ edicola si girò e
vide una cosa che non aveva mai notato: un grande, gigantesco portone di colore verde scuro, sul
portone c’erano tanti teschi, ma la cosa che l’aveva colpita erano le figure di un vescovo, una
regina, un re e un prete. Incuriosita bussò alla porta e gli aprì un signore con una benda su un
occhio che le chiese: “ chi sei?”.
Agata rispose: “ mi chiamo Agata, posso entrare?”. La fece entrare. Subito rimase incantata da un
bellissimo lampadario, attaccati c’erano due cristalli che sembravano occhi blu, sotto i cristalli
c’erano delle perline di tutti i colori. Dopo un po’ lei vide il caro papà, corse ad abbracciarlo e gli
chiese: “che cosa ti è successo? Perché sei qui?”.
Il papà rispose: “mi hanno portato qui i pirati perché mi volevano chiedere se potevo essere il
custode di questo palazzo che è il posto dove nascondono il loro tesoro”. Agata rispose: “Pirati?
Ma di cosa stai parlando?”. Il padre disse: “Ragazzi toglietevi i mantelli!” e Agata rimase
sorpresa di tutti quei pirati nascosti dietro dei mantelli neri fatti di perline nere. Il padre le fece
conoscere il capo dei pirati che si chiamava Zumbà, che per ringraziare Franco di avere accettato
di fare il custode, gli regalò una benda magica che riusciva a portare chi la indossava in fantastici
posti in giro per il mondo.
Agata felice di aver ritrovato il papà da quel giorno lo aiutò in edicola e a fare il custode e nel
tempo libero viaggiavano insieme.

Anna